Il recente ascolto di un’omelia
mi ha fatto riflettere
sul percorso della mia vita.
Due termini simili
ma che possono assumere
diversi significati
secondo come li applichiamo
al nostro sentire quotidiano.
Viandante o pellegrino ?
Pellegrino chi parte
da un punto certo della vita
per raggiungere una meta
prestabilita e fortemente voluta.
La felicità, il benessere, il successo,
o espressione massima
di questo traguardo la fede.
Io invece sono sempre stato,
e sono tuttora, o mi sento,
un viandante, un camminatore
obbligato ad un percorso
che non sempre ho scelto.
Nella confusione della mia infanzia
tra paure, angosce, malinconie
legate al difficile periodo della guerra
non trovo un punto fermo
per considerarlo come la partenza
in autonomia, sulla strada della vita.
Poi mi sembra sempre
di aver camminato senza il preciso
impegno di una meta,
subendo gli scossoni del destino,
rialzandomi con grinta dalle cadute,
ma sicuramente senza l’ossessione
del benessere e del successo.
Ho avuto la mia quota importante
di felicità,
ma purtroppo sempre lontano
dall’arrivare alla meta più importante,
quella della vera fede.
E allora continuo a camminare
viandante tra i viandanti,
sperando un giorno di essere
un vero pellegrino.
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