(.........12 novembre 2012)
Matteo.
La tragedia impossibile.
L’uragano di una mente malata
ti ha strappato
all’amore dei tuoi cari.
Vivo la loro disperazione,
esasperato nel non trovare
un benché minimo appiglio
nella ragione o nel destino
per accettare l’accaduto.
Alle loro aggiungo le mie lacrime
e non riesco a pensare
nessuna parola adatta
ad un atteggiamento di conforto
per aiutarli ad uscire
da una disperazione e da un dolore
che mai niente e nessuno potrà lenire.
Perché quel coltello assassino
è uscito dalla sua tana infida
per arrivare nel cuore e nell’animo
di un ragazzo felice, felice di vivere ?
Perché quel coltello
si è arrogato il diritto
di distruggere la felicità
di un’intera grande famiglia ?
Perché non c ‘è stato un Dio
capace di fermare la ferocia
di quel coltello maledetto ?
Matteo non c’è più.
Non ci sono più il suo sorriso,
la sua giovinezza, la sua gioia
per essere amico
in mezzo ai suoi amici,
ma non c’è più
soprattutto per mamma e papà,
per suo fratello, per le nonne.
E chi resta dovrà trovare
nella solidarietà degli altri
la forza per proseguire
un cammino di …..
A questo punto le parole
sono persino offensive …….
vi siamo tutti vicini,
e …coraggio !
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