Ho fatto un sogno indimenticabile.
Solo, nella penombra e nel silenzio
della chiesa dove ho vissuto
tante ore di gioia, ma anche
qualche momento di dolore,
mi sono trovato a isolarmi
in una sorta di ipnotismo estatico
fissando il ritratto della Madonna
che una luce estraeva dal buio
sottolineandone la dolcezza del volto.
E istintivamente, con una voce interiore,
o forse anche a voce piena,
le chiedevo un segno visivo,
un sorriso, un battito di ciglia,
un movimento qualsiasi,
per avere un conforto tangibile
alla mia fede incerta.
Ma non era un sogno,
ero io vivo, presente fisicamente,
che mi lasciavo debolmente andare
alla più prepotente delle preghiere,
cui non potevo sperare ci fosse ascolto.
Eppure in quel momento,
tutte le mie ansie e le mie malinconie
erano sparite e vivevo una sensazione di dolcezza,
un’emozione felice di ricordi, di desideri,
di sentimenti, che raramente mi coinvolge
in maniera così inebriante.
Una realtà impossibile, diventata sogno,
o un sogno perseguito nel tempo e nello spazio ?
Allora ?
Il segno della mia assurda richiesta
è forse stato soddisfatto
dall’arrivo di quell’imprevista
serenità dell’animo ?
Non so, ma è stato bello
aver vissuto quei momenti.
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