Nessuna ispirazione.
Ho pensato:
scelgo una parola a caso,
e seguo poi l’evolversi
del pensiero,nel labirinto
della mente; oggi piove,
quindi la parola scintilla
è: pioggia.
Le gocce scendono veloci
da un cielo grigio, triste
e senza luminosità,
che sembra essersi venduta
l’anima azzurra
ad una strega capricciosa.
Ma le gocce cadendo
formano delle pozzanghere
in cui si immergono con
un flebile ticchettio,
un suono che sembra cadenzare
una nenia da bambini.
E allora la mente vola al ricordo
di teneri giorni in cui
la voce dolce della mamma
intonava un' antica ninna nanna.
Ricordi confusi
che l’autostrada del tempo
ha irreparabilmente allontanato.
Resta il senso della tenerezza,
di un abbandono quasi estatico
e il rimpianto per una mamma
che la tragedia della guerra
troppo mi ha tenuto lontana.
La pioggia, l’infanzia, la guerra,
la mamma, il tempo che inesorabilmente
macina sentimenti, desideri, sogni:
da qualsiasi parola parti
arrivi sempre al ciclo della vita
con il suo misterioso ed imprevedibile
alternarsi di momenti tristi e felici.
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