Periodo particolare, sensazioni strane.
Capita.
Vivo la vita come se non fosse la mia,
ma stessi osservando quella di un altro.
Non vivo, galleggio.
La terza, quarta, quinta,
quello che volete, età
potrebbe essere il tempo,
salute permettendo,
della serena disposizione all’essere.
Mi sento invece confuso
tra il desiderio ancora vivo
di un fare indefinito
e la coscienza di un tempo
non più disponibile e sufficiente.
Allora galleggio.
Mi piace quasi l’idea simbolica.
Un essere senza decidere,
un decidere senza convinzione,
una convinzione di scarsa volontà
a gettarsi ancora nella mischia.
Scarsa volontà o capacità indebolita ?
Ma perché sono così complicato
dopo anni e anni di esperienze
felici, tristi, allegre, faticose ma esaltanti ?
Galleggiare è il modo migliore
per non affondare,
per non affrontare le fatiche
di un nuoto sempre controcorrente.
E allora ………….
Galleggia, galleggia tranquillamente,
prima o poi le onde del destino
ti obbligheranno a nuotare
per raggiungere meravigliose
spiagge di felicità
o per evitare gli scogli
di tragici dolori.
Nessun commento:
Posta un commento