Sono diventati una rarità,
un’avventura occasionale.
Ma ieri ho fatto un sogno,
troppo semplice e chiaro,
per essere vero:
correvo su una prato verdissimo
mirabilmente decorato
di piccoli fiori bianchi
e che brillava scintillante nel sole
per milioni di piccole gocce di rugiada.
Correvo leggero, quasi volando,
per raggiungere una misteriosa
figura di donna che si stagliava
all’orizzonte, avvolta in un alone
di luce dorata.
Figura che si divertiva a farsi avvicinare,
per poi allontanarsi repentinamente,
in un continuo gioco di stimoli e delusioni.
Era una corsa che mi entusiasmava
verso il mistero, ma un mistero
che interpretavo come simbolo
del bello, del bene, dell’amore.
Ma nel contempo sentivo
alle mie spalle come un’ombra
che cercava di raggiungermi,
coprendomi i colori, la luce,
la bellezza del paesaggio
ed impedendomi di raggiungere
il traguardo tanto agognato.
E sentivo di vivere insieme
sensazioni di piacere e di paura,
felicità della luce e angoscia del buio.
Svegliandomi, improvvisa alla mente,
la similitudine tra il sogno e la vita:
l’entusiasmo per la corsa verso
il bello, il buono, l’amore
e le ansie, i tremori, i dolori
per il brutto, il male e la cattiveria
da affrontare.
Il sogno e la vita si sovrappongono,
spero di proseguire la corsa
senza che l’ombra mi raggiunga.